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La SIGO: dopo i 50 Anni la Vita Peggiora per 6 Donne su 10

18 Ottobre 2016

A Roma, penultima giornata del 91° congresso nazionale con 2.500 camici bianchi

LA SIGO: DOPO I 50 ANNI LA VITA PEGGIORA PER 6 DONNE SU 10

AL VIA LA PRIMA CAMPAGNA “MENOPAUSA, MENO…MALE”

Aumenti di peso, sbalzi d’umore, irritabilità, rischi aumentati per tumore e infarto: va gestita questa fase nuova che invece può essere piacevole e serena. I proff. Scambia, Scollo e Vizza: “Basta coi tabù, più spazio a prevenzione, sport e tanta informazione con booklet negli ambulatori”

Roma, 18 ottobre 2016 – La menopausa è ancora considerata una fase negativa della vita per troppe italiane. Il 61% afferma di sentirsi peggio di prima della fine del ciclo mestruale. Il 76% lamenta un aumento di peso, il 68% presenta disturbi urinari, irritazione e secchezza vaginale. E il 31% soffre di sbalzi d’umore. Oltre il 50% delle donne non sa che aumenta il rischio oncologico e cardiovascolare. Otto su dieci però vorrebbero ricevere maggiori informazioni su prevenzione, pericoli per la salute e possibili terapie. Sono questi alcuni dei dati emersi dal sondaggio “Come Vivi la Menopausa” condotto dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) il mese scorso su 2.037 italiane d’età compresa tra i 40 e i 60 anni. I risultati sono presentati oggi a Roma nel corso della penultima giornata del 91° congresso della Società Scientifica dal titolo La Salute al Femminile tra Sostenibilità e Società Multietnica. L’indagine fa parte della campagna Menopausa Meno…Male lanciata dalla SIGO con l’obiettivo di aiutare a vivere questa fase della vita con maggiore consapevolezza e serenità. Il progetto è stato realizzato grazie a un educational grant di MSD. “La menopausa non deve essere più considerata un periodo grigio e di decadenza – afferma il prof. Paolo Scollo, Presidente Nazionale della SIGO -. L’aspettativa di vita femminile è, infatti, di 84 anni nel nostro Paese. Significa che dopo la fine della fertilità una donna ha quasi 30 anni di vita attiva di fronte a sé e almeno 15 di vita sessuale. I disturbi legati ai cambiamenti psico-fisici sono spesso sottovalutati e ritenuti, in modo errato, inevitabili. Nella maggior parte dei casi invece basta correggere gli stili di vita per migliorare i sintomi e, quando serve, ricorrere alle terapie più innovative”. “Vogliamo promuovere a livello nazionale una nuova cultura della prevenzione e combattere vecchi stereotipi – sottolinea il prof. Enrico Vizza, Segretario Nazionale SIGO e Presidente del Congresso di Roma -. Per esempio i chili di troppo sono una delle conseguenze più temute della menopausa ma solo il 24% delle donne afferma di praticare regolarmente sport. Mentre il 32% sostiene di seguire una dieta regolare ed equilibrata. Anche gli esami tipici di questa fase della vita non sempre vengono scrupolosamente eseguiti. Un’italiana su tre non controlla annualmente la pressione arteriosa e il livello di colesterolo nel sangue. Il 29% non svolge ogni 24 mesi la mammografia per la diagnosi precoce del tumore del seno”. “La menopausa è ancora vissuta come un tabù ed è un argomento di cui si parla molto poco nel nostro Paese – aggiunge il prof. Giovanni Scambia, Direttore del Dipartimento Tutela della Salute della Donna della Cattolica di Roma e Presidente del Congresso di Roma -. Appena il 31% delle italiane riesce a comunicare i suoi problemi, dubbi e ansie con il proprio marito o partner. Una su due preferisce confidarsi con amiche e parenti. Nelle prossime settimane distribuiremo in tutti gli ambulatori di ginecologia materiale informativo. Proseguiremo poi con altre iniziative nazionali per fornire a tutte le donne gli strumenti formativi e i rimedi più adatti a preservare il benessere psico-fisico anche dopo i 50 anni”.

Menopausa Meno…Male vede la collaborazione di diverse società scientifiche come l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), la Società Italiana di Endocrinologia (SIE) e la Fondazione Insieme contro il Cancro. Si articola attraverso un sito internet dedicato www.menopausamenomale.org; la distribuzione di materiale informativo; l’elaborazione di sondaggi e survey tra la popolazione e le società scientifiche, l’organizzazione di dibattiti pubblici e la formazione degli stessi ginecologi. In particolare nei prossimi mesi si terrà la prima conferenza nazionale sulla salute della donna in menopausa che riunirà ginecologi, oncologi, cardiologi, endocrinologi, medici di famiglia. “Con la nostra campagna vogliamo raggiungere anche tutti i camici bianchi che si interfacciano direttamente con le over 50 – afferma Scollo -. Siamo gli specialisti del benessere femminile e seguiamo le nostre assistite fin dall’inizio dell’età fertile. Possiamo quindi dare il nostro contributo affinché i vari professionisti della salute migliorino il loro approccio verso chi sta affrontando una fase complessa della vita”. “Con la fine del ciclo mestruale non deve interrompersi la “collaborazione” tra il ginecologo e la donna – prosegue Vizza -. Solo il 51% delle italiane però si sottopone regolarmente, almeno una volta l’anno, alla visita con lo specialista. Il nostro ruolo invece è ancora fondamentale per assicurare che il corpo femminile venga mantenuto in salute il più possibile. Possiamo interpretare i segnali, medicare tempestivamente gli eventuali piccoli disturbi ed intercettare le patologie più serie”. Menopausa Meno…Male vuole inoltre contrastare la diffidenza sulle terapie a cui le donne possono sottoporsi. “Il 42% delle intervistate non le utilizza perché ha paura di possibili effetti collaterali – conclude Scambia -. Il 35% però non ha ricevuto nessuna informazione a riguardo. Abbiamo un problema culturale da affrontare, il progetto ci aiuterà a farlo”.


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