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Uno studio internazionale cerca di far luce su un aspetto controverso della sessualità

27 Agosto 2014

Uno studio internazionale cerca di far luce su un aspetto controverso della sessualità

 

IL PUNTO G NON ESISTE, L’AREA DEL PIACERE DELLA DONNA E’ PIU’ ESTESA

LA SIGO: ‘OPERIAMO SOLO SE NECESSARIO RISPETTANDO LE ZONE INTIME’

Il presidente dei ginecologi Paolo Scollo: “Complimenti ai ricercatori per il lavoro. Ma sbaglia il prof. Jannini quando afferma che noi usiamo il bisturi in modo discriminato e non rispettiamo la vagina”

 

Roma, 27 agosto 2014 – Il punto G non esiste: lo afferma uno studio internazionale che individua un’area più estesa e complessa del corpo femminile responsabile dell’orgasmo. Secondo uno degli autori, il prof. Emmanuele A. Jannini, però i ginecologi e urologi compiono in questa zona erogena della donna interventi chirurgici inappropriati o senza rispettare la vagina. “Un’affermazione fuori luogo – sottolinea Paolo Scollo Presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) – Tutti gli interventi che svolgiamo in sala operatoria sono eseguiti sempre dietro un’indicazione medica precisa. Se ricorriamo al bisturi lo facciamo solo quando è strettamente necessario e non ovviamente per uno sfizio. Il nostro unico obiettivo è salvaguardare il benessere e la salute delle donne”. “Rivolgiamo i nostri complimenti al prof. Jannini e gli altri autori della ricerca per l’importante ed interessante lavoro svolto – prosegue Scollo -. Lo studio è di alto valore scientifico e il contribuito italiano a questa indagine è stato rilevante. Nonostante ciò le sue parole hanno suscitato la nostra meraviglia, sorpresa e stupore. Nel nostro lavoro seguiamo le donne, fin dal menarca, in tutti gli aspetti legati alla loro vita sessuale e riproduttiva come contraccezione, gravidanza, disturbi del ciclo mestruale e menopausa. Noi ginecologi abbiamo sempre il massimo rispetto per l’intimità femminile e continueremo ad averlo anche alla luce delle nuove scoperte scientifiche. I rappresentanti della SIGO e dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) si riservano di ricorrere alle via legali qualora si presentassero eventuali profili di diffamazione contro la nostra categoria”.

 

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