In occasione della 3a Giornata della Salute della Donna accendiamo i riflettori sul cancro della cervice uterina, la neoplasia ginecologica più frequente in gravidanza.
20 Aprile 2018
In occasione della 3a Giornata della Salute della Donna accendiamo i riflettori sul cancro della cervice uterina, la neoplasia ginecologica più frequente in gravidanza.
L’incidenza del cancro in gravidanza è pari a 1 donna ogni 1000 nei paesi industrializzati, ma la stima può variare nelle diverse casistiche anche in considerazione dell’inclusione dei tumori in situ e delle donne nell’immediato post partum. Il tumore della cervice uterina rappresenta la neoplasia ginecologica più frequente in gravidanza, e la sua incidenza è in crescita per via dell’aumento dell’età media delle donne alla prima gravidanza. Fortunatamente, per la maggior parte dei casi di carcinoma della cervice diagnosticato in gravidanza si tratta di tumori in fase iniziale
Nel libro “Gravidanza e infezioni del tratto genitale inferiore” di Frega A. e Gentili C., Verduci Editore é dedicato un capitolo sul trattamento del carcinoma cervicale a cura delle dottoresse Rosa De Vincenzo e Caterina Ricci del Polo Salute della donna e del bambino, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, frutto dell’esperienza clinica e della casistica osservata in particolare per i cervico-carcinomi localmente avanzati.
L’articolo prende in esame le diverse opzioni di trattamento, che variano a seconda dello stadio di malattia e del periodo di gestazione, con l’obiettivo di preservare la salute della mamma e del nascituro. In presenza di tumori particolarmente invasivi, è necessario un approccio multidisciplinare con il coinvolgimento del ginecologo oncologo, dell’ostetrica, del neonatologo, del radioterapista e dello psiconcologo, al fine di per fornire alla paziente un counselling adeguato.
La presenza di un carcinoma della cervice in gravidanza e lo stadio di malattia influiscono sulla scelta della modalità del parto che, in caso di tumori più avanzati, non può prescindere dal ricorso al taglio cesareo per evitare il rischio di emorragia, sepsi, ostruzione cervicale e lacerazioni. La programmazione del parto deve inoltre tener conto dell’eventuale trattamento chemioterapico in corso.
Proprio alla chemioterapia in gravidanza è dedicata un’ampia parte dell’articolo, anche alla luce delle recenti evidenze scientifiche sulla possibilità di effettuare la terapia chemioterapica anche durante la gestazione. Mentre deve essere evitata durante il primo trimestre di gravidanza per evitare rischio di gravi anomalie al feto, può essere invece utilizzata nel secondo e terzo trimestre (fino alla 35a settimana), in quanto associata a un bassissimo rischio di aborti e malformazioni (1,3%). I rischi più frequenti riguardano invece la possibilità di: ritardo di crescita intrauterino o basso peso alla nascita (10%), parto prematuro (50% entro la 34 settimana), anemia e piastrinopenia.